Da Foligno, lu centru de lu munnu, a Montefalco

Da Foligno, lu centru de lu munnu, a Montefalco, la Ringhiera dell’Umbria, passando per Bevagna, la città delle Gaite: un itinerario tra storia, arte e vino. Si racconta che Foligno sia il centro del mondo (lu centru de lu munnu, in dialetto). Del resto, la città è stata un importante snodo commerciale e stradale tra il nord e il sud dell’Italia, così come tra il Tirreno e l’Adriatico, senza considerare la sua posizione al centro della Valle Umbra.

Tutto ciò, probabilmente, è alla base dell’affermazione che vuole la terza città dell’Umbria al centro dell’intero mondo. Che lo sia o meno, poco importa,  perchè Foligno, città accogliente ed elegante, dalla storia importante e culturalmente viva, è senza dubbio al centro di un territorio ricco di eccellenze. Come il vino, che caratterizza i vicini borghi di Montefalco, noto per il suo Sagrantino, e Bevagna. Storia, arte ed enogastronomia sono motivazioni di viaggio che in questo territorio trovano ampia soddisfazione.

Foligno ha una storia antichissima, che parte con gli Umbri e che raggiunge il suo culmine con la signoria della famiglia Trinci, alla quale si deve la magnificenza artistica e architettonica della città. Non tutti sanno, inoltre, che proprio a Foligno, nel 1472, fu stampata la prima edizione della Divina Commedia. Il centro storico è ricco di edifici religiosi e civili, oltre che di palazzi signorili di gran pregio. Nella centrale piazza della Repubblica, fulcro della vita sociale e civile già dal Medioevo, si affacciano il palazzo Comunalepalazzo Trinci, oggi Museo civico, il Duomo, dedicato al santo patrono Feliciano, palazzo Orfini e il palazzo del Podestà. Nei pressi, il rinascimentale Oratorio della Nunziatella, che conserva affreschi del Perugino.

La città rivive gli antichi fasti in occasione della Giostra della Quintana, uno dei tornei cavallereschi più antichi d’Italia che si svolge ogni anno a giugno (la sfida) e a settembre (la rivincita), con una partecipatissima corsa all’anello tra i rioni cittadini e un rigoroso corteo storico barocco.

Nei dintorni, meritano senz’altro una visita l’abbazia romanica di Sassovivo, immersa nel verde dei boschi, l’area di Pale, con le sue chiese ed eremi scavati nella roccia e le sue vie per gli appassionati di arrampicata sportiva.

A pochi chilometri da Foligno si situa un’altra città simbolo della regione, Montefalco, nota in tutto il mondo per il suo Sagrantino, vino di ottima qualità che ha segnato l’economia e plasmato il territorio. Città storica, è detta anche la Ringhiera dell’Umbria, per la sua posizione elevata, che permette un’ampia visuale sui colli tra le valli del Clitunno, del Topino e del Tevere. Fu particolarmente fiorente nel Rinascimento, come dimostrano bene la sua connotazione urbanistica e le ricche testimonianze artistiche, tra cui spiccano le numerose e importanti opere del pittore toscano Benozzo Gozzoli, che qui, tra il 1450 e il 1452, affrescò la chiesa di San Francesco con le storie della vita del Santo. Oggi la chiesa è un bellissimo e interessante museo, poco distante dalla centrale piazza del Comune, sulla quale si affaccia, appunto, il caratteristico palazzo comunale. 

Nel borgo medievale, ancora ben conservato, si può visitare la chiesa e il convento di Sant’Agostino, del XIII secolo. Il territorio di Montefalco, insieme a quello dei Comuni Giano dell’Umbria, Gualdo Cattaneo, Bevagna e Castel Ritaldi, fa parte dell’itinerario enogastronomico della Strada del Sagrantino, un percorso per apprezzare uno dei vini più pregiati della terra umbra e le numerose tipicità regionali.

Bevagna, la città delle Gaite, un gioiello di piazze e vicoli, palazzi e chiese medievali ottimamente conservati, che si animano appunto in occasione della rievocazione storica del Mercato delle Gaite, i quattro rioni della città, che accompagna il visitatore moderno a conoscere e vivere la quotidianità dell’uomo medievale. Ma l’antica Mevania colei che sta nel mezzo era un fiorente centro già in epoca romana, lungo la via Flaminia, grazie al suo porto fluviale posto alla confluenza tra il Clitunno e il Timia.

A poca distanza da Bevagna, alle pendici dei Monti Martani, il borgo di Gualdo Cattaneo si erge su un territorio ricco di piccoli castelli disseminati, che ne fanno un vero e proprio museo a cielo aperto.

Oltre al castello e alla rocca di Gualdo Cattaneo, troviamo il Castello di Pozzo  e quello di Cisterna Alta, che dominano la valle del Puglia, il Castello di Marcellano, dove, ogni anno per Natale, la popolazione dà vita a un famoso presepe vivente di epoca medioevale; quindi, il Castello di Saragano di origine longobarde e il Castello di Ceralto, immerso nel verde dei boschi. Infine, il Castello di Barattano, che del sistema dei castelli gualdesi rappresenta forse l’archetipo più marcato, il Castello di Torri, quello di San Terenziano, eretto nel XIV secolo, il Castello di Grutti, il Castello di Speltara, oggi abbandonato, e il Castello di Simigni, risalente al 1103 e attualmente di proprietà privata. Completano il sistema dei castelli di Gualdo il Castello di Forte Sorgnano e il Castello di Pomonte.

Ai piedi dei Monti Martani si trovano anche Giano dell’Umbria, caratteristico borgo medievale immerso tra oliveti e vigneti, e Castel Ritaldi, che nel 1499 ospitò anche Lucrezia Borgia, nominata dal padre, Papa Alessandro VI, governatrice di Spoleto, al quale il borgo era fedele.

Oltre al vino, questo territorio si caratterizza per numerosi prodotti di eccellenza, tra cui ricordiamo il rinomato Fagiolo di Cave, coltivato nell’omonimo centro a poca distanza da Foligno

L’area rientra inoltre tra i luoghi di produzione della lenticchia dell’altopiano di Colfiorito, della Patata rossa di Colfiorito IGP, e dello Zafferano di Cascia

Tipica della zona anche la produzione di porchetta, a cui ogni anno a San Terenziano di Gualdo Cattaneo viene dedicato il festival Porchettiamo. Proprio nei pressi di San Terenziano, a Grutti, la tradizione gastronomica si caratterizza per il Cicotto, la cui produzione è strettamente legata alla porchetta. 

Le parti meno pregiate del maiale, infatti, vengono oggi come un tempo, messe a cuocere lentamente sotto alla porchetta, in modo che si insaporiscano degli aromi e del grasso che ne cola. Il Cicotto di Grutti è Presidio Slow Food. Il dolce tipico di quest’area è, infine, la Rocciata, una sorta di strudel con mele, frutta secca ed essiccata dalle origini molto antiche.

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