Gli umbri, il Medioevo e l’Archivio della Terra

Gli Umbri, il Medioevo e l’Archivio della Terra: da Gubbio al Monte Cucco

Gubbio è, dati alla mano, una delle mete turistiche più visitate dell’Umbria, capace di affascinare i visitatori con le sue numerose testimonianze storiche, artistiche, con i suoi importanti eventi, con gli intensi sapori della sua tavola più tipica.

Nei suoi dintorni troviamo, peraltro, una natura altrettanto attraente, soprattutto per quei turisti che amano passeggiare all’aria aperta, fare escursioni a cavallo o in mountain bike, per gli appassionati di speleologia, deltaplano e sport estremi.

Nel vicino Parco del Monte Cucco, infatti, l’offerta di turismo sportivo è ricca e variegata, in un paesaggio davvero unico.

Proprio nel Parco si può visitare una delle aree naturalistiche più suggestive, la Gola del Bottaccione, considerata una sorta di archivio della Terra, per la ricchezza di forme fossili che hanno permesso di studiare le formazioni rocciose delle diverse epoche.

 

Le origini di Gubbio risalgono agli antici Umbri, di cui la città fu un centro importante, come testimoniano le Tavole Eugubine, le sette tavole in bronzo scritte nella lingua di quell’antico popolo, oggi conservate al Museo civico di Palazzo dei consoli, e i numerosi ritrovamenti archeologici effettuati nel corso del tempo. Ma Gubbio fu un importante centro anche per i Romani, a cui si deve il nome stesso, Iguvium, poi trasformato in Eugubium. Passò quindi ai Bizantini e ai Longobardi, prima di diventare un libero comune, prospero grazie all’attività della ceramica per cui ancora oggi è famoso.

Se le suddette Tavole Eugubine e il teatro romano, visitabile appena fuori dal centro, testimoniano la storia più antica di Gubbio, non vi è debbio che la città, con la sua architettura, sia un omaggio vivente alla civiltà medievale. Numerosi i palazzi dell’epoca, ancora perfettamente conservati, tra cui il Palazzo dei Consoli, simbolo della città, risalente al XIV secolo, così come la grande piazza pensile adiacente, detta appunto Piazza Grande, e il Palazzo Pretorio, in cui ha sede il municipio cittadino, il Palazzo del Bargello, con la famosa fontana detta “dei matti”, o il rinascimentale Palazzo Ducale, che ci ricorda che Gubbio fece parte del ducato di Montefeltro. Per non parlare delle numerose chiese, tra cui la Cattedrale e la chiesa di Santa Maria Nuova, Più in basso, l’attuale piazza Quaranta Martiri sembra riportarci ai mercati di epoca medievale che si svolgevano proprio lì. Sulla piazza si affaccia anche la chiesa di San Francesco, dedicata al Santo di Assisi che ebbe stretti legami con Gubbio, come ci rammenta l’episodio dell’incontro con il lupo nei boschi intorno alla città. 

A dominare la città dall’alto è, invece, la basilica dedicata al patrono Sant’Ubaldo, meta finale della tradizionale corsa dei Ceri, che si erge sul monte Ingino. Lungo il versante del monte ai cui piedi si trova Gubbio, ogni anno viene realizzato l’Albero di Natale più grande del mondo. 450 metri di base per 750 di altezza, e una superficie complessiva di 130mila metri quadrati, interamente “disegnato” da oltre 800 luci colorate, con tanto di stella cometa sulla punta (di ben mille metri quadri), l’albero si estende dalle mura della città fino alla basilica di Sant’Ubaldo. Viene acceso il 7 dicembre e spento dopo l’Epifania.

Poco distante da Gubbio si trova Gualdo Tadino, l’antica Tagina in cui il generale bizantino Narsete sconfisse il re goto Totila, nel suo percorso verso la conquista della penisola italiana. Qui si possono ammirare, tra l’altro, la Rocca Flea, fortezza militare del XII secolo, in cui ha sede il Museo Civico, la cattedrale di San Benedetto (XIII secolo), il palazzo comunale con la duecentesca Torre civica.

Imperdibile una visita al Museo dell’Emigrazione Pietro Conti, laboratorio didattico e centro studi sul tema, ma soprattutto luogo della memoria di tutti coloro circa 27 milioni di persone che, alla fine dell’800, lasciarono il territorio italiano per cercare fortuna in altri Paesi dell’Europa e in America.

Gualdo Tadino è anche punto di partenza per escursioni a piedi, a cavallo o in mountain bike, nella vicina Valsorda, lungo il Sentiero Italia del CAI, ricca di sentieri e rifugi e di panorami mozzafiato, che ne fanno un vero e proprio paradiso per gli amanti della montagna.

Ricompresi, quindi, nel territorio del Parco Regionale del Monte Cucco troviamo altri piccoli borghi, come Fossato di Vico, lungo la Via Flaminia, Costacciaro, dove si trovano il Museo laboratorio del Parco del Monte Cucco e il Centro escursionistico, naturalistico e speleologico per la valorizzazione e la tutela del patrimonio naturalistico dell’Appennino umbro – marchigiano, Sigillo, meta degli appassionati di deltaplano e parapendio, e Scheggia e Pascelupo, la cui natura incontaminata, ricca di acqua, è la tappa ideale per chi vuole vivere una vacanza di relax e sport.

Il Parco Regionale del Monte Cucco si caratterizza proprio per la ricchezza del paesaggio, fatto di boschi rigogliosi, di grotte, sorgenti e forre, che ne fanno uno dei patrimoni ambientali più importanti di tutto l’Appennino, laboratorio naturale per studi e ricerche scientifiche, oltre che meta imperdibile per il turismo sportivo, naturalistico e culturale.

 

Caratterizzata dai prodotti del bosco, la tavola di questi territori, trova il suo ingrediente principe nel pregiato tartufo, senza tuttavia tralasciare gli ottimi formaggi, le carni, i cereali e i legumi. Tra i piatti tradizionali dell’area dell’eugubino va senz’altro menzionato il Friccò, spezzatino di pollo in umido, da accompagnare solitamente con la crescia cotta nel tipico testo.

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